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L’AGRONOMIA E LA PARABOLA DEL GRANO E DELLA ZIZZANIA
luglio 28, 2022, 11:47 am
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  1. Le graminacee sono una grande famiglia di piante, delle quali alcune sono determinanti per l’alimentazione umana (grano, riso, orzo…) e altre danneggiano i campi coltivati con specie eduli. Perciò queste ultime possono essere definite ‘infestanti’ (zizzania, gramigna…). Le infestanti sottraggono acqua, luce e nutrimento alle specie buone ed eduli. Entrambe occupano comunque lo stesso campo, quello della buona terra. Se infatti non ci fossero specie buone eduli non avrebbe senso chiamarle infestanti.
  2. Le varie specie di graminacee sono difficilmente distinguibili durante la fase giovanile. Il riconoscimento è possibile solo a un occhio esperto, osservando la forma e il portamento della ligula e delle orecchiette (o auricole), cioè guardando l’inserzione della guaina fogliare. Ricordo che all’esame di agronomia, se non riconoscevi una giovane piantina di orzo da una di grano… venivi bocciato istantaneamente!
  3. Le graminacee, inoltre, hanno radici fascicolate, che si espandono e si intrecciano con quelle delle piante vicine, per cui tirandone via una è difficile non tirar via o danneggiarne anche altre.
  4. Solo quando la spiga è formata e matura è possibile riconoscere facilmente le varie specie (tra cui il grano e la zizzania). Nel caso della zizzania poi, che la maggior parte degli autori individua nella specie Lolium temulentum, anche il seme (la singola cariosside, non la spiga) è molto simile a quello delle varie specie di grano (Triticum spp.). Ne discende che solo il manifestarsi della spiga consente di riconoscere il grano dalla zizzania e di separarli. La cernita del seme infatti, una volta trebbiato e mescolato con quello buono, è quasi impossibile. Ultima notizia: la zizzania ha un seme che molto spesso è infettato da funghi tossici per l’uomo. Infatti Lolium temulentum vuol dire loglio ‘ubriaco’.

Fatte queste premesse è possibile contemplare, ancor più affascinati dal Mistero, la profondità dell’insegnamento di Gesù. Infatti:

  1. Il buon campo è il Regno. Nel quale convivono i buoni, i figli di Dio, e i cattivi, figli del diavolo. Nella sua infinita bontà il Padre Eterno fa piovere sui buoni e sui cattivi e lascia che i figli del diavolo possano sottrarre acqua, luce e nutrimento ai figli di Dio. Lo consente per non far venir meno il dono della libertà, conseguenza del suo Amore. Nel mondo e nel Regno. Nel Cosmo e nel Microcosmo. Di conseguenza anche nei nostri pensieri. Ci sono pensieri figli del diavolo e pensieri figli di Dio. Il Signore lascia che nella nostra mente convivano i suoi pensieri e le sue ispirazioni, dettati dallo Spirito Santo, e quelli nati dalla semina del nemico.
  2. Perché noi non dobbiamo estirpare la gramigna e permettere così ai figli del diavolo di sottrarre acqua, luce e nutrimento ai figli di Dio? Perché non è compito nostro, non è facile infatti distinguerli, i figli di Dio dai figli del diavolo. E ogni figlio di Dio è sacro, unico e irripetibile, inviolabile. Non a caso nella Messa diciamo che ‘osiamo‘ dire: “Padre nostro…”. Osiamo. Perché in fondo molto spesso facciamo le opere del demonio e non sappiamo nemmeno noi se siamo grano o zizzania, se rubiamo luce, acqua e nutrimento al nostro prossimo, se nostro padre è veramente il Padre Eterno o il diavolo. La storia della ligula e delle orecchiette può essere interpretata come la capacità, da parte di chi ha il dono di riconoscere gli spiriti, di discernere la natura delle persone guardando il particolare: la Chiesa, un santo direttore spirituale, dei santi catechisti.  Le orecchiette (o le cornicelle!), il particolare che permette di riconoscere la specie di appartenenza di azioni e pensieri apparentemente simili, possono essere gli atteggiamenti di disobbedienza, ad esempio, o, per quanto attiene i pensieri, la considerazione, spesso disattesa, che chi ti da sempre ragione è il diavolo. Dio, al limite, te la dà solo qualche volta…
  3. Se si estirpasse precocemente la piantina ‘sospetta’ di esser zizzania, il fratello molesto, probabilmente tireremmo fuori, per la storia delle radici intrecciate, anche del buon grano, capace di dare frutto a suo tempo.
  4. Dai frutti li riconoscerete. Le spighe mature della zizzania, raccolte e affastellate, vanno bruciate, prima che disseminino. Ricordiamo sempre che i semi sono tossici e permettono alla pianta di riprodursi. Come bruciarle una volta riconosciute? Nel Sacramento della Confessione, dove è Dio che le brucia. Tu le riconosci e Lui le brucia. Se lasci che il seme cada sul terreno o venga trebbiato via dalla spiga e mescolato con quello buono non può essere separato più.