Filed under: cultura e società, religione | Tag: discernimento, parabola, zizzania
- Le graminacee sono una grande famiglia di piante, delle quali alcune sono determinanti per l’alimentazione umana (grano, riso, orzo…) e altre danneggiano i campi coltivati con specie eduli. Perciò queste ultime possono essere definite ‘infestanti’ (zizzania, gramigna…). Le infestanti sottraggono acqua, luce e nutrimento alle specie buone ed eduli. Entrambe occupano comunque lo stesso campo, quello della buona terra. Se infatti non ci fossero specie buone eduli non avrebbe senso chiamarle infestanti.
- Le varie specie di graminacee sono difficilmente distinguibili durante la fase giovanile. Il riconoscimento è possibile solo a un occhio esperto, osservando la forma e il portamento della ligula e delle orecchiette (o auricole), cioè guardando l’inserzione della guaina fogliare. Ricordo che all’esame di agronomia, se non riconoscevi una giovane piantina di orzo da una di grano… venivi bocciato istantaneamente!
- Le graminacee, inoltre, hanno radici fascicolate, che si espandono e si intrecciano con quelle delle piante vicine, per cui tirandone via una è difficile non tirar via o danneggiarne anche altre.
- Solo quando la spiga è formata e matura è possibile riconoscere facilmente le varie specie (tra cui il grano e la zizzania). Nel caso della zizzania poi, che la maggior parte degli autori individua nella specie Lolium temulentum, anche il seme (la singola cariosside, non la spiga) è molto simile a quello delle varie specie di grano (Triticum spp.). Ne discende che solo il manifestarsi della spiga consente di riconoscere il grano dalla zizzania e di separarli. La cernita del seme infatti, una volta trebbiato e mescolato con quello buono, è quasi impossibile. Ultima notizia: la zizzania ha un seme che molto spesso è infettato da funghi tossici per l’uomo. Infatti Lolium temulentum vuol dire loglio ‘ubriaco’.
Fatte queste premesse è possibile contemplare, ancor più affascinati dal Mistero, la profondità dell’insegnamento di Gesù. Infatti:
- Il buon campo è il Regno. Nel quale convivono i buoni, i figli di Dio, e i cattivi, figli del diavolo. Nella sua infinita bontà il Padre Eterno fa piovere sui buoni e sui cattivi e lascia che i figli del diavolo possano sottrarre acqua, luce e nutrimento ai figli di Dio. Lo consente per non far venir meno il dono della libertà, conseguenza del suo Amore. Nel mondo e nel Regno. Nel Cosmo e nel Microcosmo. Di conseguenza anche nei nostri pensieri. Ci sono pensieri figli del diavolo e pensieri figli di Dio. Il Signore lascia che nella nostra mente convivano i suoi pensieri e le sue ispirazioni, dettati dallo Spirito Santo, e quelli nati dalla semina del nemico.
- Perché noi non dobbiamo estirpare la gramigna e permettere così ai figli del diavolo di sottrarre acqua, luce e nutrimento ai figli di Dio? Perché non è compito nostro, non è facile infatti distinguerli, i figli di Dio dai figli del diavolo. E ogni figlio di Dio è sacro, unico e irripetibile, inviolabile. Non a caso nella Messa diciamo che ‘osiamo‘ dire: “Padre nostro…”. Osiamo. Perché in fondo molto spesso facciamo le opere del demonio e non sappiamo nemmeno noi se siamo grano o zizzania, se rubiamo luce, acqua e nutrimento al nostro prossimo, se nostro padre è veramente il Padre Eterno o il diavolo. La storia della ligula e delle orecchiette può essere interpretata come la capacità, da parte di chi ha il dono di riconoscere gli spiriti, di discernere la natura delle persone guardando il particolare: la Chiesa, un santo direttore spirituale, dei santi catechisti. Le orecchiette (o le cornicelle!), il particolare che permette di riconoscere la specie di appartenenza di azioni e pensieri apparentemente simili, possono essere gli atteggiamenti di disobbedienza, ad esempio, o, per quanto attiene i pensieri, la considerazione, spesso disattesa, che chi ti da sempre ragione è il diavolo. Dio, al limite, te la dà solo qualche volta…
- Se si estirpasse precocemente la piantina ‘sospetta’ di esser zizzania, il fratello molesto, probabilmente tireremmo fuori, per la storia delle radici intrecciate, anche del buon grano, capace di dare frutto a suo tempo.
- Dai frutti li riconoscerete. Le spighe mature della zizzania, raccolte e affastellate, vanno bruciate, prima che disseminino. Ricordiamo sempre che i semi sono tossici e permettono alla pianta di riprodursi. Come bruciarle una volta riconosciute? Nel Sacramento della Confessione, dove è Dio che le brucia. Tu le riconosci e Lui le brucia. Se lasci che il seme cada sul terreno o venga trebbiato via dalla spiga e mescolato con quello buono non può essere separato più.